Perchè non ci siamo ribellati

31 Gennaio 2008 – 12:33

Tanto tuonò che piovve: alla fine il governo Prodi è caduto.

Certo potremmo dilungarci sull’analisi delle responsabilità e molti commentatori politici lo stanno facendo con maggiore o minor acume. Io penso banalmente che la responsabilità per l’atto finale ce l’abbia chi ha votato contro la fiducia al governo e quindi i centristi della coalizione.

Ma questo non può farci dimenticare un aspetto che ha imperato in questi 20 mesi di governo e che ha coinvolto l’intero centro sinistra: la costante irrefrenabile pulsione ad evidenziare su cosa non si fosse d’accordo, cosa ci abbia diviso. Si tratta di un modo di proporsi nel dibattito politico favorito anche dal modo in cui i media seguono la politica. Basta dire che non si condivide questa o quella scelta che si ha subito diritto alla dichiarazione, al titolo in prima pagina o almeno al sottotitolo.

Certo è possibile che una coalizione ampia come quella del centrosinistra abbia dei punti su cui non si è d’accordo, sui quali si è in conflitto, ma perchè dare l’idea al paese che invece non si condivida nulla? Perchè farsi travolgere in tanti, quasi tutti, dalla pulsione?

Credo che questa sia la ragione per cui non c’è stato un moto di ribellione contro i centristi quando è caduto il governo. I cittadini hanno avuto la percezione che al di là del tradimento mastelliano in realtà il governo del centrosinistra fosse comunque già giunto al capolinea. Ben diversa fu la reazione popolare quando cadde il primo governo Prodi e le passioni anche drammatiche che seguirono quell’evento.

Vedremo nei prossimi giorni se riusciremo a ritrovare le ragioni per fare insieme una nuova proposta di governo per il paese, ma ci vogliono almeno due precondizioni:

Un vero patto di condivisione delle cose da fare e non un programma magari di 500 pagine dove c’è tutto e il contrario di tutto.

Dei leader che sappiano far prevalere le ragioni dell’unità.

Agli ambientalisti la sfida di saper davvero incidere, di essere protagonisti per far sì che oggi, quando tutti parlano di ambiente e dei cambiamenti climatici, questi temi siano assi portanti di una forte proposta di governo.

Buona fortuna, ne abbiamo tutti bisogno, sapendo che anche questa volta come sempre il futuro è nelle nostre mani.

  1. 5 Commenti to “Perchè non ci siamo ribellati”

  2. be’, il pd va da solo e questo aiuta.. niente più programmi di 181 pagine o convention con 15 leader sul palco. bisogna solo essere consapevoli del fatto che non basta una scelta politica per cambiare il sistema. servono riforme, non possiamo più aspettare.

    Di fv on Apr 9, 2008

  3. Più semplicemente e modestamente penso che se un gruppo politico che ha la necessità di avere ,sempre e comunque, un avversario da
    additare quale responsabile di tutte le malefatte possibili ed immaginabili e non di un interlocutore con il quale confrontarsi, ha un futuro nebuloso se non improbabile.
    A maggior ragione se ha la smaccata tendenza ad isolare ed emarginare chi, invece, ritiene che il dialogo franco e aperto sia condizione necessaria in politica per dare un contributo alla crescita del sistema paese.
    Non mi soffermo sugli interessi di “bottega” che spesso si celano, in modo anche spudorato, dietro a certe posizioni. Il pasticcio sta nel confondere le ideologie con le idee, che in un paese realmente democratico sono il sale
    dell’evoluzione sociale. Il Pd rappresenta un tentativo di uscire dalla stagnazione mentre altri sono essi stessi stagno.

    Di roberto on Feb 8, 2008

  4. Per capire come si alimenta la confusione nel mondo ambientalista bisogna partire da queste dichiarazioni del ministro dell’Ambiente: “Per la Sinistra Arcobaleno il Pd rappresenta una zavorra, ma i Verdi rivolgono comunque a Veltroni un ultimo appello per giungere a una alleanza in vista delle prossime elezioni. Facciamo legittimamente un ultimo appello al Pd – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, in vista dell’incontro dell’8 febbraio con Walter Veltroni – perche’ si ritrovino le ragioni di un accordo repubblicano per evitare il governo delle destre”. Intervistato a margine di un convegno sul Protocollo di Kyoto, Pecoraro ha spiegato che l’accordo non puo’ essere sull’impostazione programmatica “visto che loro il programma fatto con la Fabbrica l’hanno stracciato”; l’accordo e’ pero’ un “dovere nei confronti dei cittadini che sono un pò frastornati per evitare la vittoria di Berlusconi. La Sinistra Arcobaleno, infatti, sa che da sola prende piu’ voti che non con il fardello del Pd”; “il Pd – ha aggiunto Pecoraro – è per noi una zavorra se facciamo l’alleanza, loro ritengono altrettanto che noi siamo una limitazione per la loro crescita. Divisi prendiamo più voti anche del centrodestra ma perdiamo le elezioni. Se quindi Veltroni continuerà a voler andare da solo all’appuntamento elettorale, dovra’ assumersi la responsabilità di consegnare il Paese a Berlusconi; la Sinistra Arcobaleno continuerà a battersi difendendo le proprie specificità. Noi non la pensiamo come il Pd sulla laicità e sull’ambiente, perchè noi siamo per il solare e il Pd è per il carbone e magari c’è chi rivuole anche le centrali nucleari. Ho difficoltà a salire sul palco con esponenti del Pd quando loro non vogliono fare nemmeno una legge sulle unioni civili in Italia”.
    Che pasticcio ideologico. Speriamo che nel programma del Pd sia scritto nero su bianco che direzione prenderà il partito in materia di nucleare, carbone e (Unioni Civili? SIGH) così da non dare più alibi a chi dell’ambiente ne fa davvero una questione di religione (SIGH!).

    Di emanuela on Feb 7, 2008

  5. Credo che uno dei motivi per cui nessuno si sia ribellato alla caduta del governo ad opera dei centristi sia riconducibile anche allo stato d’animo che molti di noi provava all’indomani delle elezioni politiche del 2006, quando in pochi erano in grado di gioire di una vittoria che pensavamo ci avrebbe inevitabilmente portato, molto presto, ad una conclusione amara come questa. E’ stato fin troppo abile Prodi a tenere unito l’ampio e frammentato schieramento del centro-sinistra. Bisogna anche riconoscere che il Governo, in così poco tempo e con un margine di voti in Parlamento così esiguo, è riuscito a realizzare importanti risultati, dal risanamento dei conti pubblici, alla lotta all’evasione fiscale alle scelte di politica estera. Da parte di alcuni dei partiti più piccoli dello schieramento di centro-sinistra, è partito immediatamente dopo il voto un attacco alle politiche del governo, con una conflittualità interna insopportabile, dannosa e soprattutto incomprensibile dagli elettori del centro-sinistra che forse avrebbe voluto che, proprio perchè la situazione era quella di una maggioranza risicatissima, l’obiettivo fosse quello di fare quadrato intorno a Prodi e lavorare alacremente alla risoluzione dei molti problemi lasciati in eredità dai cinque anni disastrosi di governo Berlusconi, in virtù anche di quanto promesso ai cittadini nel programma dell’Unione.
    La delusione è tanta, ma non vi nascondo che provo anche un certo sollievo perchè così non si poteva proprio andare avanti!
    Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e affrontare questa delicata fase politica riportando al centro del dibattito politico le cose da fare, proposte concrete per migliorare la vita di tutti noi e preparare un mondo migliori per coloro che verranno dopo di noi. Penso che la tutela dell’ambiente sarà il tema centrale di una futura proposta di governo, e sarà solo attraverso la partecipazione propositiva ad un dibattito aperto e costruttivo di tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro pianeta che riusciremo a superare anche questa momento di scoramento e sfiducia verso la politica.
    Buona fortuna a tutti e buon lavoro!

    Di Fred 69 on Gen 31, 2008

  6. Ripensando a ciò che è successo e che sta succedendo in questi giorni pare che “sotto le ceneri” stesse e stia covando un germe di sfaldamento sia nel centrosinistra sia nel centrodestra. Nascono nuovi soggetti, che spesso somigliano a vecchi soggetti, si profilano nuove formule. Sembra che il Governo Prodi fosse già morto e che qualcuno, in modo notarile, si sia presa la briga di suonarne il “de profundis”. Resta un problema, anzi iI Problema con la P maiuscola, si riuscirà a portate avanti una proposta convincente, che si confronti con la realtà, che non parta da una ideologia ma da “ciò che si deve fare”, che sappia coagulare intorno a se, se non la maggioranza, una parte rilevante del paese?
    Il problema dell’unità della sinistra diventa sempre più “la questione”. Dopo la “caduta delle ideologie” ci si può ancora confrontare in modo ideologico sui temi che agitano la società? Non si rischia di “gettare alle ortiche” quanto si è costruito in questi anni?
    Mi auguro che, quello che sembra a prima vista uno sfascio, sia l’occasione per “un colpo di reni”, per rimboccarsi le mani e elaborare una formula “semplice”. Una proposta che parta da un presupposto: si è stanchi di una politica che non sa decidere, che sa solo “litigare” ma non costruire, che sa solo vivere di contrapposizioni ma non di formule e soluzioni che cercano di coagulare consenso intorno a se.
    Che ruolo avranno gli ecologisti in questa visione? Sapranno rispondere alla sfida di “contaminare” con le loro idee, suggerimenti, proposte i nuovi soggetti politici? Sapranno elaborare un pensiero “laico” non chiuso in steccati ideologici. L’ecologia studia l’interazione degli organismi viventi con l’ambiente e tra di loro per preservarli non per condurli all’estinzione.

    Di EverGreen on Gen 31, 2008

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