RICOMINCIAMO!

4 Giugno 2008 – 14:26

La sconfitta elettorale è stata clamorosa.
Dobbiamo prenderne atto, analizzarne le ragioni. L’idea di poter perdere a livello nazionale ci stava pure, ma perdere a Roma… non era nemmeno nelle previsioni più fosche.
Invece ci sbagliavamo e di grosso.
Non credo alle spiegazioni semplici, e se è vero che abbiamo vinto con Zingaretti alla Provincia, penso che sarebbe troppo facile dire che abbiamo perso al comune per colpa di un solo responsabile: Rutelli. Entrambi i candidati infatti a causa del poco tempo sono stati scelti con una decisione di vertice. E comunque quando è emersa la ricandidatura dell’ex sindaco non mi pare che siano emerse voci contrarie. Io penso che al di là del candidato che non era una novità (ma anche Alemanno era stato candidato solo 2 anni fa’) per il Campidoglio abbiamo pagato soprattutto una percezione di distanza che i cittadini hanno sentito da noi, da chi amministrava Roma. Una distanza che ci ha impedito di percepire, pur in presenza di una fase positiva per l’economia della nostra città, per la realizzazione delle infrastrutture, di aumento dell’assistenza sociale ed anche di impegno per la tutela ambientale, quanto fosse notevole il distacco e quanto disagio questo avesse generato.
Oggi dobbiamo continuare ad interrogarci, a fare l’elenco dei problemi, degli errori, di ciò che non ha funzionato, di quello che non abbiamo concluso e immagino che molti porteranno un proprio contributo in tal senso. Penso che però insieme a questa ineludibile fase, contemporaneamente, sia necessario da subito riprendere l’iniziativa politica, il radicamento e la costruzione di una forte identità.
La necessità di attivarsi viene anche dalla opportunità di contrastare le proposte di Alemanno che alle prime scelte già solo sul fronte ambientale propone: quattro termovalorizzatori invece di puntare sulla raccolta differenziata e per fare la lotta all’inquinamento un secondo GRA invece di puntare sul trasporto pubblico, di non multare chi parcheggia in doppia fila e interrompere l’esperienza delle targhe alterne e delle domeniche ecologiche, finendo per dire no anche alle strisce blu.
Proprio per questo lo strumento della nostra associazione Ventiventi diventa fondamentale. Essere un collante delle proposte, delle iniziative, delle manifestazioni e delle denunce. Uno strumento per costruire da subito un’iniziativa per tutelare quanto abbiamo costruito in questi anni sul fronte ambientale sociale culturale ed anche politico.
Per questo oltre al rilancio degli strumenti di comunicazione come questo blog e il sito www.ventiventi.it organizzeremo momenti di confronto con incontri anche presso la nostra sede in via Botero 16a che sarà comunque aperta per incontrarci il martedì e il giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 19.00, tel 0666620869, info@ventiventi.it.

 

Il primo appuntamento organizzato dall’Associazione culturale Ventiventi insieme al circolo del PD di DonnaOlimpia, nel quale verranno affrontati i temi dei cambiamenti climatici e del progetto “RomaperKyoto”, sarà martedì 17 giugno 2008, alle ore 18, presso la sede dell’Associazione culturale Planetarietà, a via Paola Falconieri 84.

  1. 61 Commenti to “RICOMINCIAMO!”

  2. Adesso che come Sinistra siamo all’opposizione credo sia necessario chiedere e proporre una profonda revisione delle scelte urbanistiche, e in particolare, una revisione del PRG (Piano Regolatore) basata questa volta sulle richieste e sulle proposte di cittadini, comitati e associazioni.
    Questo può dare luogo ad una nuova stagione di partecipazione e di democrazia e riavvicinare alla politica vaste aree della cittadinanza.

    Di Marius on Giu 26, 2008

  3. Gentile Esposito,
    grazie per il blog.

    Ricordo che nel brutto inciucio della Bufalotta è malauguratamente entrata anche Villa Blanc sulla via Nomentana, da 35 anni verde pubblico senza però che i cittadini vi abbiano mai potuto mettere piede.

    La vicenda sembrava avviata verso la soluzione attraverso uno scambio Comune-Luiss (attuale proprietaria) che invece è stato agganciato all’incredibile gorgo immobiliare che ben conosciamo e che ha seriamente compromesso le sorti del centrosinistra a Roma e buttato all’aria le aspettative di tanti.

    Nel frattempo, la villa è ancora là che aspetta nel degrado che avanza anno dopo anno ed i cittadini invecchiano…

    Vedere per credere: http://www.villablanc.it

    Di Villa Blanc ai romani on Giu 18, 2008

  4. Caro Dario,
    non voglio parlare della sconfitta comunale né della politica nazionale ma del suo raccordo con quella locale. Credo che a molti di noi cittadini, anche altamente scolarizzati, sfuggano i confini di competenza tra le aree di competenza nazionale e quelle, per es., comunale, municipale ecc., su tantissimi temi quali le sovraccitate: sicurezza, sanità, ambiente, decoro, tenore di vita ecc. Il non sapere dove iniziano e finiscono le responsabilità di una legge nazionale e quelle di un decreto municipale ci fa credere che le colpe siano da una parte e le soluzioni dall’altra, facendo quindi spostare l’elettorato a destra e a manca come una marea, come una ola da stadio. Ma è anche vero che le istituzioni giocano su questa nostra ignoranza per non ascoltare i cittadini e trattarli come palline da ping-pong in una serie di rimbalzi di responsabilità. I politici dovrebbero meditare su questo. Io mi sento molto inascoltata e mi fa rabbia che questo mi venga proprio dall’istituzione a me più vicina, il municipio e il comune. Io ho presente benissimo tutti i constraint nei quali questi si muovono ma ho sempre più la sensazione che non si adoperino abbastanza , con la scusa della scarsità di risorse finanziarie e preferendo perdersi in in inaugurazioni o meccanismi burocratici e procedurali come le numerose e pletoriche riunioni di commissioni,sottocommissioni, consigli ecc.
    Come può un municipio vegliare sulla sicurezza quando non ha il controllo delle forze dell’ordine perché dipendono da una gestione nazionale e per quanto riguarda la polizia municipale non risolve i problemi della loro scarsità, costosità salariale contro gli stipendi bassi, presenza negli uffici piuttosto che su strada , dedizione solo alle multe e non alle segnalazioni di varia natura dei cittadini, mancanza di deterrenti quali per es. le armi (sulle quali potremmo anche non essere d’accordo, ma questo è un altro dibattito)? Parliamo dei rifiuti e della pulizia delle strade? Quando chiediamo un servizio o protesto, ci rimbalzano tra gli URP dell’AMA e del IV Municipio a distanza di mesi e poi non danno mai risposte esaurienti o risolutive, e il problema di quella strada o di quel cassonetto resta lì, a carico nostro. Chi parla con me cittadino? Chi mi dà spiegazioni? I siti web delle istituzioni abbondano, ma servono solo a fare da vetrina. Ho pensato più volte in questi anni a rivolgermi a te per risolvere un caso particolare della mia strada e del mio condominio, se non altro per far sommergere un problema comune a molti ma non manifestato abbastanza. Ma vi ho rinunciato, per non incappare nel nostro malcostume del ricorso all’amico/collega/ex compagno di scuola che ora ha un po’ di voce in capitolo perché impegnato in politica…E ho continuato a soccombere tra le risposte inconcludenti dei vari URP. Fin quando i forzuti della mia strada non decideranno di intervenire spostando personalmente i cassonetti nei luoghi più appropriati, pulendo personalmente le nostre strade e denuncianto gli spazzatori dell’AMA che stanno sempre al cellulare e a fumare chiacchierando, finché non puniranno personalmente i proprietari di cani sporcaccioni visto che i vigili non li beccano mai (volutamente), finché i poveri diseredati che svuotano i cassonetti non verranno invitati “gentilmente” dalla popolazione a rimettere a posta la rumenta che spargono mentre frugano. Ce ne sarebbero tante da dire…: mesi di attesa per una mammografia c/o il SSN di zona, a meno di andare in qualche ASL lontana mille miglia (e se fossi una vecchina che non può prendere i mezzi pubblici o affrontare lunghi trasbordi, pur avendo una urgenza?), colli di bottiglia di traffico che ti fanno perdere anche 30 minuti per fare 250 m, rotatorie della vergogna fatte male e i cui lavori tra i vari passaggi di ditte appaltatrici durano 2 anni…e gli ingorghi che producono CO2 e inquinamento a non finire…la polizia municipale che sa solo elevare multe, incasinare gli incroci (meglio i semafori!) e se chiedi loro di impedire a moto e motorini di passare sui marciapiedi ti dicono che tu, non loro, ti devi rivolgere a questo o quel dipartimento comunale? Lo devo fare IO? E loro che ci stanno a fare? I promotori finanziari a suon di multe o le forze che stanno vicino al cittadino?
    Scusa la digressione ma ti assicuro che questi disagi e malumori siccome permangono suscitano ad ogni elezione lo spostamento ora qua ora là dell’elettorato, a meno che non vi sia una forte e costante motivazione ideologica. Ho sperato, e votato per, in una riconferma del centro sinistra: se così fosse stato, questa volta avrei cercato di interloquire direttamente con i politici eletti, pur di farvi capire cosa ci aspettiamo, ciò di cui abbiamo bisogno, alla ricerca di un dialogo più diretto, umano, sentito. Non credo che Alemanno o Bonelli sortiranno gran ché: i problemi sono complessi e non si risolvono spostando i rom come soprammobili o tappando la buca della strada del magistrato che vi abita o cambiandovi il senso di marcia per la sua sicurezza. Non credo che attenueranno i disagi dell’espansione dei lavori della metropolitana, non li vedo capaci di moderare gli scontri politici nelle nostre scuole o il traffico di stupefacenti nelle scuole del IV municipio. Il buongiorno si vede dal mattino e già si vede che dagli slogan roboanti di risanamento morale e materiale della nostra realtà emessi in campagna elettorale, con la scusa delle pastoie burocratiche , non stanno facendo nulla di nulla….E niente cambierà.
    Resto di centro-sinistra ma farò da me e sto rivalutando Machiavelli, il particularismo ecc.
    Buon lavoro.

    Di Anna on Giu 16, 2008

  5. Nel suo “Grazie” Dario Esposito sostiene che “ … si poteva e doveva fare di più, su molti temi per esempio le piste ciclabili, ….. ma …. vorrei che qualcuno mi spiegasse perchè le piste sui marciapiedi in Olanda sono fichissime e da noi sono una iattura, e questo lo ripeto senza voler nascondere i ritardi che su alcuni aspetti di questo programma si sono accumulati.”
    ________________
    Prima di rispondere informo che, dopo l’assestamento dei nuovi amministratori capitolini si sono mossi alcune persone le quali dicono: “vogliamo ripartire nella nostra iniziativa di rispetto della legalità” (come se, prima dei nuovi, gli amministratori “uscenti” avessero avuto rispetto della legalità).
    _________________

    Qui, in Italia, siamo in piena Babilonia. Si pronuncia “sicurezza” e si intende ….. bla, bla, bla. Anche coloro che sfornano decreti legge sull’ordine pubblico (ovvero di pubblica sicurezza) sostengono che quei loro DL servono per aumentare la “sicurezza stradale”.
    “Sicurezza stradale” che in Italia è a livello di stragi e di carneficina, molto peggio di una situazione di guerra. 5 anni di guerra in Iraq (2003 – 2008): sono morti 4.000 soldati USA.
    5 anni di incidenti stradali in Italia (2003 – 2008): sono morti 30.000 persone; 1.550.000 sono rimaste ferite; assomma a circa 150.000 milioni di euro il costo sociale presunto. In Iraq si muore perché manca la pace; in Italia si muore perché vige la diffusa illegalità (periodicamente tamponata da condoni, prescrizioni, derubricazione dei reati commessi, ecc.).
    1) Rispetto della legalità. Dove, come e quando l’assessore Dario Esposito ha rispettato quella legge della Regione Lazio (in vigore dal gennaio 1990) che obbliga la costruzione delle piste ciclabili su tutte le nuove strade e su quelle in manutenzione straordinaria?
    2) Rispetto della legalità “per paura” o perchè educati alla “convivenza civile”?. Dario Esposito cita l’Olanda ignorando che il popolo olandese ha un alto livello di “convivenza civile” mentre in Italia si utilizzano i soldati per l’ordine pubblico (senza dichiarare lo “stato d’assedio” oppure il “coprifuoco”). E’ del 2003 una legge italiana (Legge n. 53/2003, che i professori italiani conoscono bene) che impone alla scuola di ogni ordine e grado di formare la cultura della “sicurezza stradale” al fine di ottenere l’educazione alla “convivenza civile”. Negli strumenti della “Sicurezza stradale” ci sono i marciapiedi; che in Olanda sono liberi perché riservati ai pedoni; in Italia sono occupati (auto, moto, tavolini, fioriere, ecc) ed anche sporchi (escrementi, mozziconi di sigarette, carte, carte, carte, ecc.) perché i pedoni, in Italia, vanno “suicidati”. In Olanda, in alcuni casi – ed in quella società educata alla convivenza civile – realizzano sui marciapiedi pezzi di pista ciclabile sulle quali il δc è uguale al δp (dove δc sta per velocità del ciclista e δp sta per velocità del pedone).
    Nella carneficina stradale italiana e nell’assenza della cultura della sicurezza stradale (e, quindi, della maleducazione alla convivenza civile), gli amministratori stanno “fondendo” pedoni e ciclisti su spazi ciclopedonali sui quali i soggetti conservano il loro δ specifico. Questi amministratori, pur di sostenere che hanno realizzato bla bla bla di pista ciclabile incrementano la insicurezza stradale e, quindi, la carneficina. Nei Paesi con alto livello di “convivenza civile” nessun amministratore si permetterebbe di realizzare simili operazioni; in Italia, chi li realizza li rivendica e li vorrebbe aumentare.
    E la Babilonia si ingarbuglia sempre più.
    Sono tempi tristi e bui.

    Vito

    Di vito on Giu 15, 2008

  6. Grazie Dario per questa opportunità che ci dai di discutere, seriamente, di politica. E’ proprio questo il momento di guardare alla recente sconfitta, con lucidità, per riprendere subito il cammino.
    Il centro-sinistra e il PD devono ragionare con serietà sui motivi di una risposta così forte e persino astiosa della maggioranza dei cittadini contro un’intera classe dirigente. Il centro-sinistra ha pagato la sua distanza dalla gente, la sua spocchia talvolta snob talvolta arrogante, soprattutto a Roma. I romani non dimenticano, e a sinistra ancora ricordano Petroselli, non certo Rutelli. Era anche evidente il bisogno di rinnovamento invocato dai cittadini, ma la risposta del PD è stata ritenuta insufficiente dagli elettori, e per questo, sia a Roma sia a livello nazionale, non è stato premiato. Cerco allora di entrare nel dettaglio delle ragioni della sconfitta, fornendo il mio piccolo contributo.
    Non è più l’ora delle sfumature e del velluto, è l’ora dei messaggi forti
    È necessario inviare segni ben precisi e chiari ai cittadini.
    Soprattutto, per comunicare con la gente bisogna ascoltarla, essere presente nelle strade e non nei salotti buoni, fatti di una intellighentzia che ormai non rappresenta che se stessa e non coglie più le istanze e i bisogni reali delle persone.
    A Roma, Rutelli ha pagato la lontananza dai suoi stessi cittadini. L’abbandono delle periferie. La troppa accondiscendenza verso imprenditori e poteri forti, che hanno confuso il messaggio tra destra e sinistra. Morassut, in una affollata assemblea al X Municipio, di fronte a tanti cittadini che gli obiettavano gli errori del Piano regolatore nel territorio, e che chiedevano di puntare alla qualità della vita e non al cemento, ha risposto lapidario “la qualità della vita è un concetto astratto”. Poi ha minacciato di querelare il presidente di un imporatnte Comitato di quartiere (candidato nel centro-sinistra). Insomma, anche se ritengo che Morassut stia subendo attacchi mediatici talvolta strumentali, non è certo così che si vincono le elezioni…
    Lo spettacolo del Consiglio comunale romano zeppo di palazzinari portaborse e vari affaristi – tutti invitati e ammessi – che festeggiavano l’approvazione del nuovo piano regolatore della città, mentre fuori i cittadini protestavano, non ammessi nella sala e sorvegliati dalla polizia, non è stato certo esaltante per chi ha a cuore il progresso democratico di Roma.
    Basare il proprio successo sulla crescita del PIL è perdente, ed è un peccato che proprio un democratico che si richiama a Bob Kennedy non lo abbia considerato.
    Inseguendo la destra sul suo terreno si perde, è evidente, perché si è meno credibili. E poi ci si sorprende che gli operai hanno votato in massa per la Lega o le periferie di Roma per Alemanno.
    Nelle elezioni politiche, a rendere meno efficace il logos del PD c’è stato senz’altro il suo programma: scialbo, sbiadito, poco differenziato rispetto a quello dei suoi antagonisti. Era senz’anima, privo di messaggi forti e di un richiamo a dei valori condivisi che avrebbero marcato con nettezza la differenza dall’altro schieramento.
    C’è poi la questione morale. La questione della Casta ha pesato, più a sinistra che a destra, perché a sinistra sopravvive un impeto morale – talvolta moralistico – meno disposto a tollerare la cattiva politica. L’Ethos è dunque una componente irrinunciabile su cui puntare per migliorare l’immagine del partito e riprendere almeno una parte di quell’ampia fascia di elettori disillusi dalla politica. Soprattutto a livello locale, anche nel PD si riscontrano casi di cattiva politica, candidati poco competenti e con poche idee, concentrati più sull’arrivismo che sull’interesse collettivo. È evidente che per troppi anni la politica ha rappresentato soprattutto un buon metodo, neanche troppo faticoso – non certo come un PhD a Princeton – per rapide carriere.
    Il PD deve marcare le differenze da un certo modo di fare e di intendere la politica, deve procedere a un radicale rinnovo degli incarichi, a tutti i livelli.
    Ci sono giovani di valore e energie fresche che bisogna valorizzare; talvolta, gli apparati dei vecchi partiti appaiono delle pesanti zavorre inflitte dalla nomenclatura pre-esistente alla libertà di correre di un partito che si propone invece come nuovo.
    Dopo il logos e l’ethos, ci vuole il pathos. Se in questi anni si sono perse le ideologie. bisogna almeno ridare un’anima alla politica. Bisogna trasmettere emozioni, ravvivare un senso di appartenenza che si è spento in un momento di generale disillusione e delusione.
    Recentemente Veltroni ha affermato che il PD si distinguerà soprattutto per i suoi valori, e ha fatto bene. È quella la strada giusta. Bisogna ridare credibilità e cuore alla politica, con scelte etiche. Tra queste, non c’è dubbio che quella ecologista può assumere un valore forte, limpido, di rinnovamento.
    A Roma, poi, a un tratto, si è rotto il dialogo tra l’amministrazione e i cittadini, i comitati, le associazioni. Per dirsi davvero democratico, il PD deve fare della partecipazione dei cittadini alla vita politica e amministrativa una regola non derogabile. Così non è stato, soprattutto negli ultimi tempi.
    IL metodo democratico implica un confronto continuo con i cittadini, la trasmissione delle informazioni in modo capillare e trasparente, un coinvolgimento nelle scelte più importanti, oggi gestite in modo verticistico. Bisogna tornare nelle strade, parlare con la gente. Ho visto troppi candidati più presenti nei ristoranti che nelle piazze, e molti dirigenti “da salotto” sempre pronti per le riunioni che garantiscono una effimera visibilità, ma molto meno disposti a spendersi in prima persona tra la gente.
    Il metodo della partecipazione è faticoso, richiede impegno ed energie, ma permetterebbe al Partito democratico di marcare una forte differenza rispetto alla destra e forse gli consentirà di far tornare a votare i tanti cittadini che hanno abbandonato la sinistra in questi anni.
    Pierluigi Adami

    Di Pierluigi Adami on Giu 15, 2008

  7. Caro Dario,
    volevo rigraziarti per il faticoso impegno dedicato al titanico impegno di rendere appetibile la ciclabilità anche a Roma.
    Sai che, come tanti (quasi tutti, siamo tutti autoproclamati allenatori virtuali della Nazionale) non sono mai stato tenero con Te e l’amministrazione e ho rivolto centinaia di lettere, suppliche , proposte, idee, contributi, convegni, escursioni, passeggiate, critiche, urla, applausi nella speranza di vedere finalmente una concreta diffusione della bici quotidiana urbana a Roma.

    Una sintesi del mio pensiero su quanto fatto, fattibile, benfatto o malfatto è la videopresentazione organizzata al Bicycle Mobility Forum poco prima delle elezioni nell’incontro coi candidati e diffuso e visto ampiamente in rete.

    Una sorta di ciclovisita in città in oltre 150 diapositive commentate alle opere ciclabili realizzate o realizzabili, alle grandi opportunità create e alle tante incredibili lacune trascurate. In primis la sfortunata (per non dire altro) ciclabile Togliatti, ma anche la famosa saccoccia di asfalto pronto da 10 € per non spaccarsi la schiena al Roseto comunale (dove continuo a spaccarmela, dovrò decidermi a far da me…).

    Ma anche la creazione di bellezza e tutela da rapinose mani clericopalazzinare di spazi minacciati come la spettacolare testimonianza archeonaturalistica in mezzo a quartieri sovraffolati della Caffarella (a proposito di ingenerose critiche di fallimentare politiche del centro-sinistra in questi anni) e i grandi, spettacolari e incredibilmente sottovalutati itinerari ciclabili del Tevere, di Caracalla (ogni volta che passo al liberato SS Nereo e Achilleo ti mando un sorriso), di Tiziano-Auditorium-Moschea, di Prati finalmente intera e raccordata al Tevere… Insomma tanto è stato fatto, poco o mal “venduto”, troppo criticato.

    Ma anche troppo è stato trascurato, in primis la solita CORAGGIOSA E concreta moderazione del traffico automobilistico privato, con autovelox, dossi, chiusure ampie e non aggirabili di ZTL, fermezza e rigore convinto.

    Il Comune ne ha (ormai aveva) possibilità e strumenti.

    Le elezioni cmq non si sono perse su questo, ma evidentemente sulle VERGOGNOSE PAURE DEL DIVERSO INDOTTE DA UNA INCREDIBILE CAMPAGNA DI FALSA SICUREZZA E DI REALE CACCIA ALLO STRANIERO, salvo dopo averlo sfruttato e umiliato, ‘sti 4 pezzenti arricchiti e adesso boriosi. Veri pogrom annunciati e in parte realizzati, di cui vergognarsi nei secoli. Si può essere ottimi timonieri, ma se la tempesta improvvisa ti investe, è difficile condurre la nave. E questo vento nero e fetido durerà a lungo, temo.

    Comunque, malgrado le critiche a volte feroci, almeno personalmente volevo, speravo che l’interlocutore rimanessi Te e che gli ottimi Marco C. e Gabriella C. dell’ufficio bici e le loro capacità ed esperienza non venissero disperse.

    E adesso in poco tempo già smantellati alcuni baluardi contro l’abuso da feticcio nerolucidoclimatiddissiai (parcometri, ZTL, isole pedonali…)…li sto contando, sono 9 di 185 le dementi follie di questa accozzaglia alla presa di Roma, al suo facile, scontato, inarrestabile imbarbarimento in mancanza di idee e progetti ambiziosi, in linea con le ineludibili richieste di nuove scelte accompagnate da applicazioni rigorose e pazienti e pedissequamente monitorate.

    Insomma bisognava farsi un mazzo così per migliorarla concretamente ‘sta città, ma ne valeva la pena. Adesso non ci resta che piangere.
    AVE caiofabricius VALE

    Di caiofabricius on Giu 14, 2008

  8. Caro Dario,
    le sconfitte servono. Sei stata la persona che ha sostenuto con oculata convinzione un progetto di lotta al tabagismo come strategia di prevenzione nell’ambito delle politiche della salute. Quel progetto ha fatto passi avanti, ma e’ solo l’alba di un impegno maggiore che deve vedere i politici in grado di comprendere in primo luogo il significato delle Priorita’ in Sanita’. Poi la traslazione delle evidenze scientifiche come principio per attuare la Prevenzione nel territorio e su scala nazionale. Il progetto 2020 mi interessa e mi coinvolge in qualche maniera. Occorre certamente fissare nuovi obiettivi e nuovi percorsi da subito. Il mio supporto e’ da uomo di scienza, da specialista in Salute Pubblica, con un’idea chiara di cosa voglia dire Prevenzione, che sugli errori ci lavora come processo di crescita della persona e della societa’. Metto volentieri il mio mattoncino in questa nuova costruzione.

    Di Giacomo Mangiaracina on Giu 14, 2008

  9. dimenticavo ti ricordi Dario che per parlare della mia idea di navigazione con l’allora assessore all’ambiente del comune di roma loredana de petris mi consigliasti di venire al cogresso dei verdi ( a chianciano o montecatini ) non ricordo …..mi consigliarono di fare la tessera e poi mi arrivo’ la direttiva a votare paolo..cento !!! poi potei parlare poche frazioni di minuto con l’allora ssessore ( che mi rispose aria fritta )……una confessione …..mi dispiace ma non votai il senza “macchia” paolo cento ( mi sembra in qualche modo apparentato con la depetris) ma un’altra persona che a naso mi sembrava piu’ onesta e competente ……poi dopo poco restitui la tessera con una lettera alla quale tu mai hai risposto ……meditate gente meditate

    Di pietro dall'oglio on Giu 14, 2008

  10. Benché sollecitati, avete trattato la Polizia Locale di Roma (6000 operatori + famiglie) sempre con superficialità e supponenza.
    Più in generale avete ignorato i dipendenti comunali (20.000 + famiglie).
    Un grave errore non solo elettorale, ma rispetto al buon funzionamento della macchina capitolina nei confronti della Città e i Cittadini.
    Questa una delle tante cose parlando di Roma.
    Più in generale, spero che con la nascita del Partito Democratico (ex catto-comunisti, ex comunisti, ex democristiani, ex di tutto di più, insomma un democratico partito di centro che tende a sinistra)
    e la scomparsa della cosiddetta “sinistra radicale” che aveva una strategia decisa e precisa a NON governare il paese, si è aperto, finalmente, lo spazio per la costruzione di una sinistra LAICA, non ideologica, liberale, intenzionata a governare l’Italia attraverso i cittadini e non attraverso i potentati, le lobby, il Vaticano, le ideologie, che sappia liberalizzare e conciliare i diritti della persona e quelli collettivi, in una visione ecosolidale con il resto del pianeta.
    Un saluto
    Armando

    Di Armando on Giu 14, 2008

  11. Caro Dario,
    credo che le ragioni della sconfitta siano
    nel grande passaggio che sta attraversando
    la politica,non solo in Italia. Alla politica
    non si chiede più di indicare valori e massimi sistemi,ma di realizzare una buona
    amministrazione. Potrebbe sembrare riduttivo,ma
    non lo è se per buona amministrazione intendiamo fare in modo che le diverse esigenze dei cittadini (da quelle pratiche a quelle formative) vengano considerate e trovino risposte.
    Il problema è che le attuali regole della politica sono ormai inadatte a questo compito e il passaggio è difficile,la crisi inevitabile. Non c’è altro da fare che rompere
    gli schemi riduttivi della politica. In America Obama vince perchè rappresenta questo,
    anche contro la Clinton. La nostra sinistra non ha creato il suo Obama. Che fare? Per prima cosa insistere perchè personaggi coraggiosi e concreti diventino in questo momento punti di riferimento nei pochi posti che la sinistra può occupare: nel governo ombra,nelle amministrazione delle città,nelle istituzioni chiave del paese.Sperare che così si formi una rete operativa in cui far confluire riflessioni e proposte. Il Pd deve farsi garante di questo processo o fallirà. I primi segnali verranno anche da Roma,dalle scelte che
    farà per occupare i posti dell’opposizione nell’amministrazione capitolina,da come gestirà il governo ombra.Tu,per la tua storia,puoi essere un importante punto di riferimento per molti di noi che non soltanto sperano in un nuovo corso,ma vogliono contribuire a realizzarlo. Credo sia importante darsi una struttura operativa in questa Associazione,in base a competenze e
    disponibilità in modo da creare gruppi di azione in diversi settori. Sono anche convinta che in questa fase le donne debbano essere in prima fila. La base è pronta a partire,i vertici debbono avere il coraggio di rinnovare
    il più possibile la squadra degli interlocutori. Paola Gaglianone

    Di paola gaglianone on Giu 14, 2008

  12. Un piccolo contributo al blog. La citazione di un libro.(prima domanda tra parentesi : non è forse un problema da rivedere nella politica italiana quello di non aver tempo per leggere – uno spazio fondamentale per acquisire riflessioni e conoscenze- e allo stesso tempo amministrare?)Un libro americano, molto americano ( seconda ed ultima domanda tra parentesi : ma non viviamo oramai in una società profondamente “americana” e i testi base di riferimento sono quelli di questa cultura?) , ma testo fondamentale per ciò che riguarda il pensiero positivo. L’autore è famosissimo: Dale Carnegie e così il titolo “Come vincere lo stress e cominciare a vivere”. Bompiani Editore
    A pagina 219 dice :
    “Nel 1929 un avvenimento destò scalpore nei circoli universitari. Uomini di cultura di tutte le parti d’America affluirono a Chicago per assistere di persona al fenomeno. Alcuni anni prima, un giovanotto, Robert Hutchins, aveva studiato a Yale, lavorando da cameriere, boscaiolo, precettore e vendendo le stoffe per mantenersi. Soltanto nove anni più tardi veniva nominato rettore della quarta università americana in ordine d’importanza, quella di Chicago. La sua età? Trent’anni. Da non credersi. I vecchi professori scuotevano il capo. Le critiche fioccavano addosso all’enfant prodige. Di cotte e di crude – troppo giovane, senza esperienza- le sue idee pedagogiche erano reputate folli. Persino i giornali si unirono al coro. Il giorno in cui fu investito della carica, un amico disse al padre di Robert Maynard Hutchins : “Ci sono rimasto male, quell’editoriale in cui attaccavano suo figlio”.
    “Si” replicò il vecchio Hutchins, “sono stati spietati, ma il fatto è che mai nessuno prende a calci un cane morto”.
    Si. e più un cane è importante , più soddisfazione la gente trova a prenderlo a calci…….
    Così quando siete presi a calci e criticati, ricordatevi che ciò spesso accade perchè fa sentire importante chi tira il calcio. Spesso significa che la vostra opera conta qualcosa e che siete degni di attenzione”.
    Un saluto
    Antimo P.

    Di Antimo P. on Giu 14, 2008

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