Ribellarsi è giusto

7 Febbraio 2009 – 11:43

Ci sono occasioni nelle quali nonostante il consistente torpore che sembra avere avvolto la sinistra di questo paese, è necessario,irrinunciabile risvegliarsi e fare qualcosa. Certo qualcuno potrebbe legittimamente sostenere che queste occasioni sono tante e avrebbe delle buone ragioni.  

Ma questa volta, quest’orribile scivolamento verso una legislazione sostanzialmente razzista, questa idea di usare il momento in cui un essere umano ha più bisogno degli altri, quando si ammala, quando si ferisce, quando non è in salute, per poterlo colpire denunciare rispedire nel paese da dove viene, da dove magari è fuggito, è qualcosa che va oltre.

Basta calarsi nella realtà per capire gli effetti di una tale legge: da domani una madre non regolare nel nostro paese, con un bambino magari anche nato in Italia, quando quel bambino starà male non lo porterà più dal medico ma farà da sola o sarà costretta ad affidarsi a qualche ciarlatano.

Quando un cittadino clandestino cadrà da un’impalcatura di un cantiere dove lavora in nero, ed è già sfruttato per questo, non andrà in ospedale, ma si rintanerà in attesa che il dolore passi e intanto la frattura ne farà un menomato per sempre.

E infine quando un cittadino clandestino contrarrà una malattia infettiva non sarà isolato e curato, ma sarà costretto a fare da solo e quindi invece di arrestare il propagarsi della malattia, ci sarà un diffondersi non controllato.

Da qualunque parte si affronti il tema emerge solo una cosa: il messaggio è chiaro non vi vogliamo qui e faremo di tutto per liberarci di voi.

Non credo che lo si possa accettare, anzi in questi casi dobbiamo fare di più dobbiamo sostenere i medici che si opporranno, che faranno obiezione di coscienza e si rifiuteranno di denunciare una persona che ha bisogno di cure.

In questi casi ribellarsi è giusto

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