Rifiuti, l’emergenza non è trovare Malagrotta 2

8 Maggio 2012 – 07:41

Dopo tante parole, dopo tutte le direttive europee e le novità normative in Italia, a Roma si discute solo su dove fare la discarica, la così detta Malagrotta 2, cosìla definiscono Alemanno e Polverini.

Eppure sia il Ministro che il Presidente della Provincia hanno provato a cambiare l’asse del ragionamento, sia Clini che Zingaretti hanno insistito sulla necessità di approntare un Piano, di discutere su dove localizzare gli impianti per la gestione dei materiali raccolti in maniera differenziata, insomma sulla necessità di definire l’intero ciclo dei rifiuti.

Solo così si risolve il tema della discarica e soprattutto si ripristina il rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini: dando certezze ai cittadini su cosa si fa a valle della raccolta differenziata,  su come si costruisce una filiera del riciclo, su come si riduce l’impatto perché tutto viene trattato e in discarica finiscono solo i residui di lavorazione.

Oggi invece accade l’esatto contrario: il principale responsabile del pericolo di avere i rifiuti per strada, colui cha scelto per 4 anni di non attivare gli impianti di trattamento per risparmiare, mandando più dell’80% dei rifiuti non differenziati a Malagrotta, il Sindaco Alemanno, fa il capopopolo riuscendo solo a dire: “No, qui non si può fare!”.

Si dovrebbe invece capire che la priorità è un’altra: senza luoghi in cui si possano conferire e trattare circa 400.000 ton/anno di rifiuti umidi non c’è raccolta differenziata che tenga. L’Ama ne tratta meno di 30.000 nell’impianto di Maccarese con una tecnologia superata. Né è possibile continuare a mandare centinaia e domani migliaia di camion, su e giù per l’autostrada per portare a Padova ciò che può diventare compost anche trattandolo a Roma.

Senza guardare a San Francisco, dove il compostaggio si fa lasciando cumuli di rifiuti nel deserto e aspettando che il clima faccia la sua parte, in Italia esistono eccellenti impianti che prima producono biogas e poi compost di qualità. Si tratta di farli anche a Roma! Solo se il piano indicherà luoghi e tempi di realizzazione di questi impianti, si potrà evitare di dover realizzare discariche per il “tal quale”.

Allo stesso modo vanno realizzati gli impianti per la gestione del multimateriale (vetro plastica e metalli). Quello diAMA a RoccaCengia, che per altro trattava solo 30.000 ton/anno, è fermo da più di un anno. Ne servirebbero almeno 8! Se si vuole poi migliorare la qualità della plastica e dei metalli raccolti, va anche previsto che, come si fa già nei comuni finanziati dalla Provincia di Roma, si passi alla raccolta del vetro in maniera separata anche nel comune di Roma.

E’ stato nominato un Commissario, il Prefetto di Roma, per fare presto. E allora, se si devono fare delle deroghe, siano fatte allo scopo di accelerare le procedure sulla localizzazione e approvazione dei progetti e delle gare per fare questi impianti, per costruire i quali a valle delle autorizzazioni, bastano 12 mesi.

Portando la raccolta differenziata da subito anche solo al 40% (non il 65 come vorrebbe la legge) e realizzando gli impianti per gestire questi materiali, attivando appieno quelli già esistenti per il trattamento meccanico biologico di Rocca Cencia, Salaria e Malagrotta 1 e 2, si può in breve tempo, entro i primi 6 mesi del 2013, cancellare l’interramento del “tal quale” che è ciò che l’Unione Europea vieta e i cittadini aborrono, dato che produce inquinamento dell’aria e delle falde idriche, nonché miasmi.

Trovare un luogo dove conferire gli scarti (tra il 15 e il 25% dell’attuale produzione di rifiuti) allora sarà decisamente più facile e le giuste preoccupazioni dei cittadini, che non accettano di vedere compromesso il territorio, potranno essere fugate.

Subito dopo ci sarà tempo per migliorare la raccolta, aumentare il riciclaggio e raggiungere tutti gli obiettivi di legge. 

Se invece si continuerà a cercare un posto per realizzarela nuova Malagrotta, per continuare ad avere come unica soluzione l’interramento dei rifiuti non trattati, non potrà che essere come per la ricerca dell’albero di Bertoldo: non se ne troverà mai uno che vada bene.

Dario Esposito

Coordinatore Tavolo Rifiuti

Forum Ambiente Nazionale PD

Pubblica un commento

*